La teoria dei costrutti personali sostiene che la conoscenza personale è una interpretazione, una narrazione e che il disturbo psicologico non è causato da ciò che accade, ma dalla nostra interpretazione degli eventi.
Queste interpretazioni formano un sistema di costrutti personali che rappresentano la chiave per comprendere i nostri pensieri, le nostre emozioni (transizioni), i nostri atteggiamenti e le nostre azioni.
Le persone durante la terapia scoprono in che modo pensano, sentono e agiscono di fronte a un problema.
Sono queste le domande che assumono una grande importanza per noi quando non riusciamo a dare un senso a noi stessi e che ci portano a sentirci demoralizzati e bisognosi di aiuto.
La teoria di Kelly può essere definita come pragmatica, fenomenologica e umanistica.
E’ una teoria pragmatica perché non fa alcuna affermazione di verità, il suo obiettivo è di sviluppare un modo di vedere le persone che risulti utile per uno scopo particolare, quello di aiutarle quando si trovano in difficoltà psicologiche.
E’ fenomenologica, perché è dell’opinione che solo vedendo le cose attraverso gli occhi del cliente possiamo cominciare ad aiutare le persone in questo modo. E’ umanistica perché afferma che le persone sono agenti, sostanzialmente responsabili delle scelte che fanno nella vita.